Il gatto domestico e il gatto selvatico

Le origini dell'addomesticamento del gatto sono tutt'oggi un mistero. I primi resti del Silvestris catus sono stati trovati circa tra i 3000 e i 6000 anni fa. Le prime aree di addomesticamento del gatto sono state: Pakistan, Libia, Medio Oriente e India. Dall'India arrivarono in Egitto già addomesticati.

Non si sa ancora bene se fu l'uomo a prelevare il gatto dalla sua tana e utilizzarlo per cacciare topi e piccoli animali, o se sia stato il gatto ad avvicinarsi all'uomo alla ricerca di cibo. Se quest'ultimo caso fosse reale, solo i gatti più coraggiosi e calmi si avvicinarono all'uomo.

I gatti selvatici tendono a vivere in gruppi matriarcali e sono molto solitari: interagiscono con i loro simili solo per accoppiarsi o per conquistare il territorio. Le due differenze fisiche principali che possiedono i gatti selvatici rispetto ai gatti domestici sono: gli arti leggermente più lunghi e un intestino più corto. Le differenze comportamentali sono invece più rilevanti.

I gatti domestici sono degli animali molto interessanti. Il loro comportamento è al 50% domestico e al 50% selvatico. Essere al 50% selvatico significa che il gatto domestico ha degli istinti selvaggi. Alcuni di questi istinti sono: correre per qualche minuto in casa rischiando di far inciampare un umano, strapazzare e distruggere i peluche, inseguire le prede (ad esempio gli insetti) ed essere sempre pronto a scattare in caso di pericolo. Alcuni gatti domestici soffrono anche la separazione dal proprio umano. Questa separazione può causare una sorta di depressione dovuta all'abbandono.